WRC | Dopo la cancellazione del Safari Rally, che fare con la stagione 2020? Confermato l’obiettivo minimo di sette gare totali
Altri quattro round per chiudere il WRC 2020?
La cancellazione almeno per quest’anno del Safari Rally non è stata esattamente un fulmine a ciel sereno, ma una notizia che era ormai tanto persistente nell’aria da attendere solo l’ufficialità. Troppi i rischi legati al diffondersi del Covid-19 in Africa, oltre agli impicci legati alle restrizioni di viaggio: perciò inevitabile spostare ulteriormente più in là la ripartenza del WRC 2020 (forse in agosto dalla Finlandia?).
I commenti dopo la cancellazione del Safari Rally
L’amministratore delegato del WRC Promoter, Oliver Ciesla, ha così circostanziato i motivi di questa scelta: «Siamo molto dispiaciuti di questa decisione, ma sfortunatamente non c’era altra opzione data l’attuale situazione globale. Il campionato ha il dovere di prendersi cura di tutte le parti interessate e della comunità in generale e questo rimane il nostro obiettivo principale. Il ritorno del Safari Rally doveva essere uno dei momenti salienti della stagione WRC e estendiamo la nostra gratitudine al presidente Uhuru Kenyatta, al governo del Kenya e all’intero team del WRC Safari Rally Project, guidato da Phineas Kimathi, che ha lavorato così duramente. Non vediamo l’ora di disputare il Safari Rally nel 2021». Gli ha fatto eco il Direttore Rally per la FIA, Yves Matton, che già nelle ultime settimane aveva messo in chiaro che ci sarebbero potuti essere altri eventi sacrificati: «Eravamo tutti molto entusiasti di vedere il ritorno del WRC in Africa ed in Kenya dopo 18 anni e siamo naturalmente delusi dal fatto che non accadrà quest’anno, in particolare considerato tutto il duro lavoro che è stato intrapreso dal governo e dall’organizzazione della squadra organizzativa in Kenya. La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto enorme in ogni ambito della società, compresi il motorsport e il rally, ma spero che ne usciremo più forti dopo questa crisi. Stiamo già guardando avanti al Safari Rally che si svolgerà nel 2021».
Sette appuntamenti per il WRC 2020
Intanto, in questa stagione sembra sempre più chiaro che l’obiettivo sarà quello di salvaguardare altri quattro eventi prima di chiudere questa disgraziata edizione del campionato. Al momento, dopo aver disputato regolarmente il Rallye di Monte Carlo, Svezia e Messico (ma a dire il vero solo il primo ha goduto del proprio programma e percorso completo, con gli altri due andati incontro a vicissitudini organizzative), mancano all’appello i rinviati Argentina ed Italia Sardegna (il Cile era già stato cancellato per motivi politici prima che partisse la stagione), mentre da agosto in poi la progressione degli eventi riguarderà Finlandia, Nuova Zelanda (per i quali attendiamo novità entro la fine di maggio), Turchia, Germania, Galles ed infine Giappone. Non è però fattibile poterli svolgere tutti, e considerando il fatto che a norma di regolamento non c’è un numero minimo di gare per decretare i vincitori dei titoli, questo potrebbe aiutare ad avere margini di manovra flessibili. Ovviamente, si punta a disputarne un numero dignitoso.
Matton ha spiegato sul portale DirtFish: «Esiste una percentuale di eventi come punto di partenza per iniziare a parlare di assegnazione dei titoli. Non ho la cifra esatta, ma è un numero ragionevole di eventi. Abbiamo la possibilità di avere un calendario di 14 eventi [sarebbero 13 se escludiamo il Cile, ndr], se poi abbiamo il 50%, quindi sette, allora inizia a essere un livello ragionevole di appuntamenti. Ma non so quale sarà il livello che possiamo correre quest’anno. È importante non prendere alcuna decisione troppo rapidamente, ma solo quando avremo le informazioni giuste. Una volta che avremo una visione più chiara del calendario, ci sarà ancora tempo per prendere una decisione e avremo un valido campionato da assegnare alla fine dell’anno». Cielsa alza invece l’asticella a nove eventi, però solo «in linea teorica». «Dal punto di vista pratico, considerando il tempo e la logistica per spostarsi tra gli eventi, in particolare per quanto riguarda il trasporto via mare, non è poi così probabile che tra settembre e metà dicembre saranno previsti nove eventi. Sette è un obiettivo realistico e la nostra riflessione con la FIA è se riusciamo a gestirne altri quattro assieme ai tre che abbiamo già avuto, perciò dovrebbero esserci le condizioni per definirlo un campionato, ma ogni evento che possiamo fare in più è apprezzato. A livello del nostro gruppo di lavoro, questa riflessione è che sette dovrebbero andare bene, ma aspettiamo la ratifica finale. Sono persuaso che se dovessimo avere sette manifestazioni, allora avremmo un campione del mondo».
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